I documenti sul Porto natante sono oramai comunemente noti ((Vedi ad esempio quelli descritti nel libro di R. Masiero “Ël nòstr Pont ansima al Pò”, Torino, giugno 2012)).
Qui voglio descrivere un documento appartenente all’Archivio Storico di San Mauro di cui poco si parla: un documento storico del 1695, emesso per scopi militari al fine di consentire l’attraversamento di un’armata.
Il porto natante di San Mauro fa storicamente parte di tutti i porti realizzati lungo il Po per gli attraversamenti ma sopratutto in conseguenza dello stimolo alla navigazione fluviale imposto da Emanuele Filiberto ((http://it.wikipedia.org/wiki/Emanuele_Filiberto_I_di_Savoia)) (Chambéry, 8 luglio 1528 – Torino, 30 agosto 1580) quando spostò la capitale da Chambéry a Torino giocando l’opzione padana e pensando di valorizzare Torino e Venezia, capifila della via d’acqua internazionale costituita dal Po ((Il testo che segue è un riassunto tratto da Luigi Griva, ISTI.A.E.N, “Navaroli del Po in epoca sabauda” in Atti del IX Convegno “Randevò a la Vila”, S. Sebastiano Da Po, 22 Maggio 2004, visto in http://www.parcopotorinese.it/Convegni.Randevo1.html )).
Un documento del 1746 dell’Archivio di Stato di Torino, formato dal Capitano Andrea Bongiovanni, ci fornisce uno “Stato dei padroni di barche” del tratto sabaudo del Po. La marineria fluviale piemontese assomma, verso la metà del ‘700, a circa 70 navi, con 140 addetti e altrettanti cavalli per il traino. Poi ci sono i navaroli “pratici”, che non dispongono di barche proprie. La portata delle imbarcazioni è di un massimo di 2000 rubbi (184 q.li) per la linea di Casale, con medie di 800 rubbi (74 q.li) per l’alto Po. Qualche esempio: i barcaioli segnati a San Mauro sono ventuno, otto per Chivasso, altrettanti a S. Sebastiano, 10 per Casalborgone, dove parte un collegamento viario con Asti.
Il documento piu’ antico che si trova nell’Archivio Storico Comunale di San Mauro Torinese risale al 1695 ed intotolato “Editto/Ordine 3 Agosto 1695 riguardante la concessione del porto e degli uomini necessari per trasportarlo in riva del fiume Stura per il passaggio del Armata” ((Cat X CL 2, Facicolo 1 FALD 432, Anno 1695)).
Si tratta di una testimonianza storica che si collega alle principali attività fluviali fra il sei-settecento, durante le guerre dei Francesi e degli Austriaci, necessarie per soddisfare le necessità militari supplendo così all’allora inesistente genio pontieri.
Il documento è trascritto qui di seguito:
S. A. R commanda alli Portonari del Porto di S. Moro di condurre ad ogni minimo ordine del G. Chianale Podestà d’esso Luogo il Loro Porto, assi et huomini pratici da detto Luogo alla riva del fiume Stura dove presentemente si trova il Porto ad effetto di costruir ivi unitamente col Porto di Legni un Ponte per il passaggio dell’Armata in forma che per dimani a sera 4 del Corrente si trovi il tutto sul Luogo. Al cui effetto Commanda la medesma R.S.A. alla pred.a Comm.tà di S. Moro di provvedere li Bovi, et huomini che saranno necessarij per tirare detto Porto li, e come Li verrà indicato dal predetto G. Chianale, il tutto senza nessun ritardo come sovra sottopena della disgrazia di S.A.R Egli richiedendo l’urgenza del suo servitio
Torino li 3 Agosto 1695
[firma da decifrare]

– Editto/Ordine 3 Agosto 1695 riguardante la concessione del porto e degli uomini necessari per trasportarlo in riva del fiume Stura per il passaggio del Armata
Di fianco è riportata invece la fotografia del documento come compare nell’Archivio (vedi anche la pagina di archivio).

